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Sta come Torre

865 km di costa pugliese reinterpretati da 7 artisti contemporanei

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Sta come Torre al Museo Castromediano di Lecce

7 Settembre 2020 by wp_1953079

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Museo Castromediano

LECCE

Viale Gallipoli 28

Dal 17 settembre al 29 novembre 2020.
Aperto dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 22:00

Luigi Presicce, Pamela Diamante, Lucia Veronesi, Coclite/De Mattia, Elena Bellantoni e Gabriella Ciancimino

STA come torre

dal 17 settembre al 29 novembre 2020

In linea con la sua missione di spazio aperto alla progettualità, secondo il claim “L’antico è contemporaneo”, il Museo Castromediano dal 17 settembre ospita la mostra Sta Come Torre nella sua versione completa, con le opere concepite da sette artisti che hanno presieduto le sei “torri contemporanee” della costa pugliese. Un dialogo serrato con la collezione archeologica, quindi, in un incontro meditato tra storie, relazioni, paesaggi e visioni che contrassegnano il percorso permanente del museo. Se Sta Come Torre si è caratterizzata come una mostra in grado di evidenziare il ruolo di osservatori del nostro tempo di 7 artisti della stretta contemporaneità, il Castromediano con il suo percorso archeologico mira a palesarsi come spazio di raccordo tra epoche e culture che hanno contrassegnato il Salento – terra tra due mari – nel corso di interi secoli. Perciò questo primo approdo della mostra è naturale. Ad accogliere il visitatore la grande installazione di Elena Bellantoni, “ancorata” nell’ingresso principale. Le grandi lastre di pietra di Apricena, risalenti al periodo neogenico della zona garganica che compongono la grande installazione sonora di Pamela Diamante, svettano nella sala centrale del piano terra, interagendo con l’architettura riconcepita dal museografo Franco Minissi.Il percorso espositivo prosegue con gli orizzonti intimi e personali, come quello “ricalcato” da De Mattia nella sua performance Sei metri di orizzonte di fronte a casa dei miei genitori e nelle Vedute Sbagliate di Coclite. E la linea dell’orizzonte sale sino a incontrare i paesaggi frammentati di Lucia Veronesi i cui tessuti velano simbolicamente e fisicamente la vista del reale, e facendo largo ad un’altra, fatta di paesaggi interiori, di desideri e dispositivi narrativi.In cima alla struttura elicoidale del museo, l’omaggio alla Torre Trasmittente di Luigi Presicce: il video della performance in cui l’artista, nei panni di un moderno Nembrotto, fa visita al cantiere della costruzione di una torre la cui capacità di trasmissione sta per essere ampliata.Paesaggio di intrecci narrativi – di resistenze storiche per gli umani e biologiche per le specie vegetali – che hanno dato vita a storie e leggende del luogo inedite e poco conosciute nelle opere di Gabriella Ciancimino, che chiudono il percorso dei “Paesaggi di Terra” del museo.

Comunicato Stampa

La mostra a cura di Paolo Mele con opere di Luigi Presicce, Pamela Diamante, Lucia Veronesi, Coclite/De Mattia, Elena Bellantoni, Gabriella Ciancimino, dopo aver registrato oltre 5000 spettatori si sposta al Museo Castromediano di Lecce

Sta Come Torre, mostra a cura di Paolo Mele, dopo l’inedito progetto espositivo diffuso tra Vieste, Trani, Polignano a Mare, Brindisi, Tricase Porto e Taranto con opere, realizzate per questo progetto, di Luigi Presicce, Pamela Diamante, Lucia Veronesi, Coclite/De Mattia, Elena Bellantoni e Gabriella Ciancimino che ha registrato oltre 5000 spettatori, si sposta dal 17 settembre al 18 ottobre al Museo Castromediano di Lecce in versione completa (martedì/domenica dalle ore 10.00 alle 22.00 informazioni stacometorre.it)  La mostra, promossa dalla Regione Puglia – Sezione Turismo e realizzata dal Teatro Pubblico Pugliese nell’ambito del progetto Destinazione Puglia che attiva sinergie tra politiche culturali e promozione turistica, dopo essere stata esposta dal 5 al 30 agosto nelle sei location originarie, si compatta e arriva al Museo Catromediano di Lecce con un nuovo allestimento. In linea con la sua missione di spazio aperto alla progettualità, secondo il claim “L’antico è contemporaneo”, il Museo Castromediano, che rientra nel Polo Biblio Museale di Lecce, ospita la mostra Sta Come Torre nella sua versione completa, con le opere concepite da sette artisti che hanno presieduto le sei “torri contemporanee” della costa pugliese. Un dialogo serrato con la collezione archeologica, quindi, in un incontro meditato tra storie, relazioni, paesaggi e visioni che contrassegnano il percorso permanente del museo. Se Sta Come Torre si è caratterizzata come una mostra in grado di evidenziare il ruolo di osservatori del nostro tempo di 7 artisti della stretta contemporaneità, il Castromediano con il suo percorso archeologico mira a palesarsi come spazio di raccordo tra epoche e culture che hanno contrassegnato il Salento – terra tra due mari – nel corso di interi secoli. Perciò questo primo approdo della mostra è naturale. Ad accogliere il visitatore la grande installazione di Elena Bellantoni, “ancorata” nell’ingresso principale. Le grandi lastre di pietra di Apricena, risalenti al periodo neogenico della zona garganica che compongono la grande installazione sonora di Pamela Diamante, svettano nella sala centrale del piano terra, interagendo con l’architettura riconcepita dal museografo Franco Minissi.

Il percorso espositivo prosegue con gli orizzonti intimi e personali, come quello “ricalcato” da De Mattia nella sua performance Sei metri di orizzonte di fronte a casa dei miei genitori e nelle Vedute Sbagliate di Coclite. E la linea dell’orizzonte sale sino a incontrare i paesaggi frammentati di Lucia Veronesi i cui tessuti velano simbolicamente e fisicamente la vista del reale, e facendo largo ad un’altra, fatta di paesaggi interiori, di desideri e dispositivi narrativi.

In cima alla struttura elicoidale del museo, l’omaggio alla Torre Trasmittente di Luigi Presicce: il video della performance in cui l’artista, nei panni di un moderno Nembrotto, fa visita al cantiere della costruzione di una torre la cui capacità di trasmissione sta per essere ampliata.

Paesaggio di intrecci narrativi – di resistenze storiche per gli umani e biologiche per le specie vegetali – che hanno dato vita a storie e leggende del luogo inedite e poco conosciute nelle opere di Gabriella Ciancimino, che chiudono il percorso dei “Paesaggi di Terra” del museo.

L’ingresso alla mostra è gratuito ed è possibile visitarla dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 22.00 informazioni stacometorre.it

Destinazione Puglia, il progetto della Regione Puglia – Sezione Turismo che attiva sinergie tra le politiche culturali e quelle di promozione turistica, si articola in alcune macroazioni. Tra queste la Valorizzazione della Rete dei Borghi marinari e delle Torri costiere attuata in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese – Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura e con il supporto dell’ARET Pugliapromozione.

Work in progress

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Gabriella Ciancimino – Radio Fonte Centrale_Stazione Puglia

20 Luglio 2020 by wp_1953079

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Gabriella Ciancimino

Radio Fonte Centrale_Stazione Puglia

Esemplari di Centaura pumilio L., conosciuta come Fiordaliso di Creta, rintracciati sul litorale Jonico meridionale (una “pianta vagabonda” secondo la definizione di Gilles Clément, diffusa a Creta e nel Nord Africa, dalla Cirenaica all’Egitto fino in Siria e Palestina). Uomini naufraghi, coloro che approdano fortuitamente sulle coste pugliesi, ma anche quelli che oggi vivono uno spaesamento sociale, culturale, politico ed economico. Un paesaggio, quello mediterraneo, osservato dalla terra pugliese e reso metaforicamente come combinazione di piante e di uomini. Un paesaggio di intrecci narrativi – di resistenze storiche per gli umani e biologiche per le specie vegetali – che hanno dato vita a storie e leggende del luogo inedite e poco conosciute recuperate da Gabriella Ciancimino. Storie dai luoghi che la Ciancimino usa restituire a noi attraverso opere grafiche su carta come per Radio Fonte Centrale_Stazione Puglia. Un parallelismo tra ciò che è endemico e ciò che non lo è: l’incontro con l’Altro, gli uomini, i naufraghi, le specie vegetali. L’arte contemporanea può farsi catalizzatrice di cambiamento.

La Centaura protagonista iconografica dei disegni, fissati a cornici sagomate in metallo che richiamano stilemi e decorazioni Liberty, realizzati su carte originali, impastate con semi, lavorate a mano, sovrapposte e tagliate col bisturi. La specie vegetale oggi a rischio, la sua resa grafica, si intreccia alle texture di inchiostro e bottoni metallici, alle mappe immaginarie del capitano ottomano Piri Reìs (Gallipoli, 1470 c. – Il Cairo, 1554) e ad altri elementi. Dal background emergono fitti intrecci segnici, riferimento alle radici sia vegetali che umane della narrazione.

Alla parte grafica e scultorea si aggiunge una traccia sonora – realizzata dagli Shakalab, gruppo reggae siciliano. Una traccia concepita come canto al risveglio e che, trasmessa dalla torre pugliese, attraverso le correnti marine, supera Gibilterra, si diffonde negli oceani e conquista il globo intero. Un risveglio all’Uno: messaggio contrario alla separazione, legge del contemporaneo.

Connessioni

Questa venue è collegata alla precedente e alla successiva ospitando opere di Elena Bellantoni (Tricase Porto) e di Luigi Presicce (Vieste)

Gabriella Ciancimino

Gabriella Ciancimino (Palermo, 1978) sceglie uno stile di vita nomade partecipando a numerosi programmi di residenza artistica sullo studio delle dinamiche relazionali e sulla comunicazione. Studia all’Accademia di Belle Arti di Palermo, città dove, negli stessi anni, svolge attività giornalistica, politicamente impegnata. Ha esposto a Mosca, Barcellona, Torino, Milano e Venezia.

www.ciancimino.it

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Inaugurazione

Work in progress

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Elena Bellantoni – Corpomorto

20 Luglio 2020 by wp_1953079

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Elena Bellantoni

Corpomorto

Cosa si vede dalle torri che numerose presidiano la costa pugliese? E cosa si vede dalla prospettiva opposta, quella dal mare? Elena Bellantoni sceglie questa prospettiva per gettare in mare un’ancora, un ancoraggio, un corpomorto (termine marinaresco che indica un oggetto pesante utilizzato come ancoraggio sul fondo di una boa o di un pedagno). Un gesto, uno sforzo fisico e simbolico quello di gettare, di lanciarsi. Un aspetto del coraggio: del coraggio di immergersi e attraversare il mare.

È questo il gesto al centro di corpomorto: porre qualcosa in fondo al mare che diventa un punto di appoggio sicuro e allo stesso tempo richiede un movimento di an-coraggio. Implicazioni linguistiche richiamate da termini marinareschi. Corpo-morto evidenzia con il peso del cemento (di cui nella realtà è prevalentemente costituito, pesante ed economico) la presenza di molti corpi morti nei mari. An-coraggio sottolinea l’azione del buttarsi, il coraggio di avvicinarsi, attraccare e raggiungere la terra ferma.

L’artista àncora durante un’azione performativa documentata delle lettere in cemento in fondo al mare a comporre la frase nominale ancóra corpo-morto tra cielo e terra coraggio. Pur senza predicato, la frase diventa monito, messaggio in codice, poetico e politico. Dal mare emerge una visione della torre, una frase che può accrescersi di nuovi sintagmi, un nuovo discorso sempre soggetto al cambiamento e alla trasformazione.

Connessioni

Questa venue è collegata alla precedente e alla successiva ospitando opere di Luca Coclite (Brindisi) e di Gabriella Ciancimino (Taranto)

Elena Bellantoni

Elena Bellantoni (1975) vive e lavora a Roma, dove insegna all’Accademia di Belle Arti Fenomenologia del corpo. Laureata in Storia dell’Arte Contemporanea, studia a Parigi e Londra. Video, fotografia, performance, disegno e installazioni: linguaggi attraverso i quali ricerca in materia di identità e alterità. Oltre alle numerose residenze artistiche – Belgrado, Mexico, Beirut – tra i suoi progetti più recenti ci sono On the bread line, focus al MAXXI di Roma, con il quale ha vinto la IV edizione dell’Italian Council e Ho annegato il Mare per Manifesta 12. L’artista è presente in diverse collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.

www.onthebreadline.it

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Coclite / De Mattia – Torri orizzontali

20 Luglio 2020 by wp_1953079

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Coclite / De Mattia

Torri orizzontali

Iper-visibilità, torri in disfacimento, la linea dell’orizzonte portata altrove. Coclite e De Mattia si concentrano sul vedere. Vedere ed essere visti da una torre che non difende più, dalla quale più nulla si avvista e vedere ed essere visti attraverso il web. Vedere, controllare. Essere visti e controllati. Questo per Coclite. De Mattia agisce sull’orizzonte ricalcandolo. Durante una performance documentata, su una rete che non nasconde ma dissimula, lo incornicia e lo sposta nel luogo della mostra.

Nello spostamento gli autori ragionano su quello che accade alla nostra percezione del luogo, all’identità che cogliamo quando la visione è mediata, filtrata. Termini scientifici come aberrazione e distorsione identificano momenti naturali dell’esperienza della visione e rivelano le contraddizioni dei luoghi visti, dei territori esplorati, segnano l’inevitabile frammentazione della nostra visione – le torri in disfacimento – ancor più perché sottoposti ad un flusso dissennato e senza fine di immagini. Un flusso che paradossalmente porta ad una compromissione e perdita di significato della nostra visione, come torri orizzontali.

Connessioni

Questa venue è collegata alla precedente e alla successiva ospitando opere di Lucia Veronesi (Polignano a Mare) e di Elena Bellantoni (Tricase Porto)

Work in progress

Luca Coclite

Luca Coclite (Gagliano del Capo, 1981) partecipa a diversi programmi di residenza artistica, vince una borsa di studio NCTM e l’Arte per sviluppare un progetto di ricerca all’Experimental Intermedia di New York. Si concentra sull’immagine contemporanea legata al paesaggio e all’architettura. Ha esposto a Roma e Bologna e ha collaborato diversi progetti artistici e curatoriali – Ramdom e Casa a mare e ha fondato, con Laura Perrone, studioconcreto.

www.lucacoclite.it

Giuseppe De Mattia

Giuseppe De Mattia (Bari, 1980) vive e lavora a Bologna. Qui collabora con Home Movies, Archivio nazionale dei film di famiglia e con la Cineteca. Ha lavorato da solo o in collettivi – Coclite/De Mattia, Casa a Mare (con Coclite e Claudio Musso). Si concentra sul rapporto tra memoria e contemporaneo utilizzando i linguaggi della fotografia, del video e del suono. Nelle ultime opere utilizza il disegno e la pittura. Dal 2015 è attivo il suo progetto editoriale Libri Tasso.

www.giuseppedemattia.it

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Lucia Veronesi – È successo il mare

20 Luglio 2020 by wp_1953079

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Lucia Veronesi

È successo il mare

Per una sentinella sulla riva, è come se il mare non ci fosse. Il suo sguardo cancella il paesaggio. Chi guarda il mare per avvistare cerca una cosa sola: la minaccia, il pericolo assalitore, l’arrivo del nemico. Le sentinelle sono osservatori paradossali: hanno sempre davanti agli occhi quel braccio di mare, lo conoscono come nessuno al mondo, ma allo stesso tempo lo negano, perché l’unica cosa che gli interessa è un dettaglio significativo. Lo sguardo della sentinella è come un velo che copre il paesaggio: allo sfondo reale sovrappone i suoi presupposti, i suoi stati d’animo: apprensione, verifica, allarme. 

Se l’orizzonte rimane calmo, per la sentinella non è successo nulla. Ma in realtà è successo il mare, perché la sentinella non ha smesso di guardarlo intensamente, senza rendersene conto. Così lo sguardo di Lucia Veronesi cattura quel che succede quando crediamo di guardare e vediamo qualcos’altro, qualcosa che non smette di accadere, anzi, accade ancora più intensamente, occultato dai nostri presupposti.

I tessuti utilizzati da Lucia Veronesi, sovrapposti e cuciti tra loro, velano simbolicamente e fisicamente la vista del mare. Ne sovrappongono un’altra, fatta di paesaggi interiori, di desideri e dispositivi narrativi.

Ciascuno di noi è una sentinella, e a tutti noi “è successo il mare”: quello che non riusciamo a vedere anche se ce l’abbiamo sotto gli occhi, perché siamo occupati a cercare altro.

Connessioni

Questa venue è collegata alla precedente e alla successiva ospitando opere di Pamela Diamante (Trani) e di Giuseppe de Mattia (Brindisi)

Lucia Veronesi

Lucia Veronesi (Mantova, 1976) vive e lavora a Venezia. Ha studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. A Venezia ha fondato, assieme ad altri artisti, uno spazio no profit: Spazio Punch. Attratta dal paesaggio domestico, intimo e familiare, naturale e urbano, intriso della storia di chi lo ha vissuto. Ha esposto in Italia e all’estero – Novate Milanese, Francavilla al Mare, Gerusalemme e Sarajevo. È parte del direttivo artistico Yellow, un progetto di ricerca sulla pittura contemporanea e del collettivo Atrii, sempre a Milano.

www.luciaveronesi.com

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Pamela Diamante – Le origini, la terra, il mare

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Pamela Diamante

Le origini, la terra, il mare

Al periodo neogenico della zona garganica, tra il tardo Miocene e il primo Pliocene, appartengono le grandi lastre frammentate di pietra di filetto rosso, proveniente da Apricena. Pamela Diamante le inserisce all’interno di strutture tubolari, a riempire verticalmente e totalmente in altezza lo spazio espositivo. Una torre infinita, elogio alla creazione e alla genesi, un elogio alla vita.

Il tracciato di sedimentazione della pietra, risultato di milioni di anni di separazione, come onda sonora: un rumore bianco, somma di tutti i rumori possibili, interpretati dall’artista in collaborazione con il composer Marco Malasomma in una traccia audio che ripercorre le ere geologiche della pietra, del mondo. Suoni subacquei e ovattati, emersi e vitali, le origini, la terra, il mare in dialogo con i flussi sonori dell’ambiente ora, arricchiti e combinati dai suoni emessi dai visitatori. Due tempi lontanissimi si incontrano.

Il tracciato sonoro e il tracciato di sedimentazione dialogano, fogli di pietra visualizzeranno grafici di frequenza-intensità, Hertz e decibel componendo una grammatica minimale. La pietra, la materia, smette di assumere forme nuove ma risuona e ci parla tramite i suoi segni primordiali.

Connessioni

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Pamela Diamante

Pamela Diamante (Bari, 1985) vive e lavora a Bari, dove ha studiato scultura all’Accademia di Belle Arti. Prima di cominciare gli studi ha prestato servizio per cinque anni nell’Esercito Italiano. Si concentra sul concetto di complessità: teoria dei sistemi, fenomeni emergenti, eventi accidentali ne costituiscono l’essenza. Recentemente ha vinto l’Artists Development Programme della European Investment Bank. Ha esposto a Milano, Roma, Teheran, Miami e all’Havana.

www.pameladiamante.it

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