Iper-visibilità, torri in disfacimento, la linea dell’orizzonte portata altrove. Coclite e De Mattia si concentrano sul vedere. Vedere ed essere visti da una torre che non difende più, dalla quale più nulla si avvista e vedere ed essere visti attraverso il web. Vedere, controllare. Essere visti e controllati. Questo per Coclite. De Mattia agisce sull’orizzonte ricalcandolo. Durante una performance documentata, su una rete che non nasconde ma dissimula, lo incornicia e lo sposta nel luogo della mostra.
Nello spostamento gli autori ragionano su quello che accade alla nostra percezione del luogo, all’identità che cogliamo quando la visione è mediata, filtrata. Termini scientifici come aberrazione e distorsione identificano momenti naturali dell’esperienza della visione e rivelano le contraddizioni dei luoghi visti, dei territori esplorati, segnano l’inevitabile frammentazione della nostra visione – le torri in disfacimento – ancor più perché sottoposti ad un flusso dissennato e senza fine di immagini. Un flusso che paradossalmente porta ad una compromissione e perdita di significato della nostra visione, come torri orizzontali.